"…La democrazia non è solamente la possibilità ed il diritto di esprimere la propria opinione, ma è anche la garanzia che tale opinione venga presa in considerazione da parte del potere, la possibilità per ciascuno di avere una parte reale nelle decisioni…”
Alexander Dubcek

Decadenze

Silvio BerlusconiSottrarsi alla mischia a volte può essere segnale di nobile astensione da macellerie mediatiche che segnano punti su fatti e avvenimenti che coinvolgono, loro malgrado, gli stessi attori. Partecipare alla mischia può essere anche una volontà di credere che ci si possa tuffare in un mare di idee che, seppur contrastanti, alla fine portano ad una condizione di calma sulla quale costruire la migliore sintesi per assicurarsi un futuro di equilibrio: per la politica, di sana competizione, per la comunità una condizione di crescita.

Da questo punto di vista se le più importanti testate mondiali si occupano del senatore decaduto credo che anche in una condizione di fisicità remota, ma non di ideale centralità, sia quasi necessario esprimere un pensiero su una decadenza che, in realtà, sottende un chiaro decadimento generale. Il vero problema, in questo Paese dagli strani sentimenti di identità sacrificati all’egoismo di parte, è il considerare utile ogni strumento per annichilire definitivamente l’avversario, in politica come in economia.

Per fare questo non si ricorre alla lotta politica, ma è ricorrente oggi traghettare le opinioni indotte dalla persuasività dei media sul piano di un neomoralismo e di un’etica non ben definita che, per fatti obiettivamente speculari, assolve alcuni e condanna altri piegando alle ragioni del giudizio altrui motivazioni anche se espresse in atti come le sentenze o desunte da “processi” non delegati e celebrati su sedi diverse, le più disparate. La conclusione, poi, allorquando si capovolge un principio come la irretroattività della legge penale o si comprimono libertà e diritti costituzionalmente garantiti, se ciò riguarda l’avversario diventa ben poca cosa e siamo pronti a trasformarci in spettatori in prima fila di uno spettacolo che nella sua rappresentazione fa decadere la comunità intera.

La decadenza non è solo un fatto personale. Tra rimborsopoli e banche di parte, se non di partito, dimenticate e tesseramenti da primarie per certezze nei risultati possibili, sembra quasi che il vero motivo nel guardare un decaduto possa essere un altro: se io non potevo essere come te allora è giusto che tu non sia più chi tu sia stato. Politica e censo non hanno alcun significato in una partita dove tutti abbiamo perso.

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