"…La democrazia non è solamente la possibilità ed il diritto di esprimere la propria opinione, ma è anche la garanzia che tale opinione venga presa in considerazione da parte del potere, la possibilità per ciascuno di avere una parte reale nelle decisioni…”
Alexander Dubcek

FAI ...da te (II)

Rivalutare le bellezze storiche e paesaggistiche non è un vezzo di questi ultimi tempi. Apprezzare ciò che ci circonda non è nemmeno un esercizio di autocompiacimento se quanto osserviamo è ricordo della nostra storia o se rappresenta il perdere lo sguardo sui nostri luoghi. E' il giusto modo per sentirsi parte di un mondo che e' il nostro ....piccolo certo... ma è il nostro mondo.

Così come credere che ricordare o celebrare storie, tradizioni, ambiente siano solo il risultato dell’ammirare dei ruderi, o del soddisfare un palato esigente o del fotografare un ambiente possa assolverci dal nostro disinteresse quotidiano, fa si che ciò diventi un esercizio di ipocrisia. Ci sono posti e luoghi, infatti, che ogni giorno ci parlano, ci comunicano una storia, presidiano una identità e sono monito di una necessità di cura. Una richiesta di aiuto che è rivolta ad ognuno di noi perché' nella tutela di tali richiami lasciati andare al tempo, ogni nostro passo diventa privo di significato. Nelle giornate del FAI si è notato un attivismo quasi insolito.

Una sensibilità e una capacità di reinterpretare ciò che fa da cornice alla nostra vita e che in passato non avevamo dimostrato e promosso come dovuto per debito di civiltà. Oggi scopriamo che vi è qualcosa di artistico, di bello, di sconosciuto in un rudere di un castello o all'interno di una Chiesa. Storie di cavalieri lontani e ricordi popolari di comunità perdute. Paesaggi che digradano dalle montagne verso il mare dove le "fiumare" ne disegnano i limiti progressivi di una diversità che supera le monotonie pianeggianti. Scopriamo che ambiente e territorio sono beni da proteggere, da conoscere e approfondire. Una necessità piccola, ma grande nello stesso tempo e utile per trasformarci in eternauti di noi stessi.

Di fronte a ciò le giornate del FAI sono state un momento, una occasione per ricordare, valutare e proporre una lettura diversa di un patrimonio che calpestiamo, osserviamo con abitudinaria sufficienza, che abbandoniamo all' incuria di ogni giorno. Ma queste giornate passate come appuntamento dovrebbero ricordarci che i difensori, conoscitori e promotori di quanto è nostro, e non del sindaco o politico di turno, siamo solo ed unicamente noi. Perché esiste un modo quotidiano per ricordarsi dell’ambiente che è quello di viverlo conoscendolo e rispettandolo, ristrutturandolo per conservare. Perché ogni rudere lasciato alla sua sventura, mattone dopo mattone è il nostro perdere, giorno per giorno, quei mattoni di dignità con i quali si costruisce la grandezza di una comunità.

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