A proposito di (in)sicurezza
La sicurezza in Italia si pone come un alter ego dell’insicurezza data dal regno del caos che si manifesta nell’indeterminatezza delle norme, nel dubbio dell’esistenza di un diritto certo, dalla provvisorietà di un esecutivo e da una fondamentale necessità di consolidare sulle paure altrui la credibilità di un governo. Questo nella nazione ma, sempre più in particolare, nelle aree a maggior permeabilità criminale come il Sud e la Calabria in particolare. Si potrebbe anche pensare che la sicurezza senza valore è come una nave senza timone. Ma “[…] valore senza sicurezza è come un timone senza nave […]” (Henry Kissinger). Tuttavia è emblematica la considerazione di Ilvo Diamanti per il quale se l'andamento dei reati può anche rilevare un declino, ciò non ha impedito, così come avvenuto in questi ultimi anni, che ciò sia anche la conseguenza di un sentimento che si è sviluppato, di una percezione della sicurezza che non ha subito variazioni tali da giustificare mutamenti di umore tanto violenti. Ma, in ogni caso, non sono i fatti ad aver cambiato le opinioni. Al contrario: le opinioni si sono separate dai fatti e ciò suggerisce che i cicli dell'insicurezza sono a loro volta favoriti e scoraggiati, in qualche misura, dal circuito fra media e politica.