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Sono appuntamenti unici perché è l’unico momento nel quale ci si ferma a riflettere sul nostro patrimonio, non monetizzabile nemmeno in termini di valore di “catalogo” perché dovrebbe essere ritenuto orgoglio collettivo, ricchezza di ogni comunità. Ciò che sorprende, però, in manifestazioni come queste è la necessità di ricordare. Ovvero, l’essere consapevoli che dimentichiamo spesso, o non ce ne facciamo carico che tradizione, cultura, arte e territorio sono parte della nostra vita, del nostro passato e del nostro presente ma, soprattutto, perché esprimono e manifestano una identità. Un monumento, un paesaggio, una tradizione ancorata ad un rituale di vita sono espressioni di civiltà e come tali andrebbero rispettate, ricordate ogni volta che affondiamo lo sguardo verso un orizzonte o adagiamo un palmo di una mano alla ricerca di un segnale di appartenenza.
Ecco. Io credo che ognuno di noi dovrebbe cambiare prospettiva nel guardare ciò che lo circonda, esprimendo non solo apprezzamento per il bello ma difendendo il bello da ogni attacco, che sia un gesto eclatante di pericolo o una semplice, ma altrettanto grave, offesa arrecata violandone la sua integrità o il suo decoro. Ricordarsi che la tutela dell’ambiente è difesa di ciò che ognuno di noi è, significa dimostrare a se stessi di essere parte ogni giorno di un disegno di vita costruito dai nostri padri e dai padri dei nostri padri; vuol dire fare di ogni giorno un motivo di impegno verso un vivere armonico proprio con quello che definiamo “ambiente”. Se di questo siamo convinti, allora dovremmo credere soprattutto che, prim’ancora delle istituzioni, la tutela del nostro patrimonio, del nostro vivere inizia da noi stessi. Dal rimuovere un orpello, dal segnalare un danneggiamento o dal curare un pezzetto di quell’ambiente che ci chiede un aiuto.
Credere che sia sufficiente la memoria di un giorno non è una panacea. E’ la consapevolezza individuale che fa la differenza, perché ogni giorno possa essere primavera.
Credere che sia sufficiente la memoria di un giorno non è una panacea. E’ la consapevolezza individuale che fa la differenza, perché ogni giorno possa essere primavera.